Dischi per l'Infanzia
Il formidabile intrattenimento offerto dal fonografo fu scoperto presto anche dai più fanciulli. Tra il 1945 e il 1956 infatti essi furono dei grandi utilizzatori del nuovo media e le case discografiche non tardarono a creare sotto etichette a loro dedicate produzioni specifiche per ogni fascia di età. E’ curioso sapere che agli esordi della tecnologia dell’ incisione sonora tra le sue prime applicazioni sviluppate e commercializzate ci furono proprio dei giocattoli. Edison ad esempio costruì una bambola “parlante”, che funzionava con piccoli cilindri sui quali era incisa una breve filastrocca già nel 1877, lo stesso anno dell’invenzione del fonografo. La bambola fu distribuita dalla Edison Phonograph Toy Manufacturing Company nel 1890 ma solo per alcune settimane a causa di grossi problemi progettuali che ne decretarono il subitaneo fallimento commerciale e la successiva chiusura dell’azienda.
Mentre Berliner aspettava che la sua invenzione evolvesse in un prodotto maturo per il mercato statunitense, alla fine degli anni ’80 tornò in Germania per promuovere la sua invenzione ed è proprio qui che il grammofono fece il suo debutto come articolo commerciabile, sotto forma di giocattolo. Nel 1889 un noto costruttore di bambole, la Kammer&Reinhardt con sede a Waltershausen, ottenne lo sfruttamento dei brevetti del grammofono dallo stesso Berliner e ne produsse una versione in miniatura con meccanismo azionato da una manovella. Fu venduto per diversi anni in quasi tutta Europa allegato ad un disco monofacciale da 13 cm. di diametro con su incise filastrocche per bambini.
Successivamente a questi primi esperimenti, come già detto anche la produzione di dischi per i più giovani ebbe un grande slancio culminato nel secondo dopoguerra. La prima serie di dischi conosciuta, prodotta esclusivamente per i bambini fu la “Bubble Books” creata dall’etichetta Harper-Columbia tra il 1917 e il 1929. Erano dei libri-album (la serie ne contava 14) che contenevano 3 dischi da 13 cm di diametro; le copertine erano abbellite con vivacissimi disegni a colori e all’interno oltre ai dischi si trovavano alcune pagine dedicate alla storia raccontata dalle voci narranti incise sui dischi.
Un'altra serie, tra le più insolite e belle, fu la collezione dei “Talking Books” rilasciata tra il 1918 e il 1919. Non erano dei veri e propri libri ma consistevano in dischi rivettati su una forma sagomata di cartone che riprende il tema dell’incisione con del testo stampato sul retro
Da questo bizzarro ma promettente esordio i dischi per bambini ebbero una grande espansione sul mercato del suono inciso con tantissime etichette spesso anche storiche (per citarne alcune Decca, Columbia, RCA Victor) che producevano corpose collezioni di dischi (alcune arrivavano a qualche centinaia di titoli) destinati a dei giovanissimi consumatori. I contenuti erano decisamente vari; per i più piccoli si partiva da dei semplici suoni ritmici, piccole filastrocche, piccole canzoncine orecchiabili e ripetitive, brevi fiabe; mentre per i bambini un po’ più grandi si incidevano favole articolate, canzoni su treni e cowboys, storie buffe, storie avventurose per adolescenti, canzoni, lezioni scolastiche, lezioni di lingua, guide su buone abitudini e buone maniere e tanto altro. Alcuni dischi venivano poi venduti assieme a dei gadget per migliorare l’esperienza dell’ascolto aggiungendo effetti scenici come per esempio il “disco animato”, un sistema che integrava la lettura di un disco a delle immagini in movimento generate da un prassinoscopio. L’americana “Red Raven” o l’italianissimo “Moviton” dell’azienda milanese Mamil, vendevano valigette contenenti alcuni dischi e un prisma composto da 16 specchi posizionati a 45° disposti in modo da riflettere una sequenza di immagini verso l’ascoltatore dando a lui la sensazione di vedere le figure animarsi.
Non bisogna poi dimenticare il fondamentale ruolo che gli strumenti per l’ascolto hanno avuto in questo successo. Sotto il profilo costruttivo e tecnologico per la maggior parte dei casi si trattava di esemplari piuttosto scadenti ma che grazie a questo potevano essere venduti a prezzi molto modesti e quindi avvicinabili da quasi tutte le famiglie. Per quanto riguarda l’aspetto estetico questo offriva invece una qualità decisamente accattivante, con grafiche vivaci e coloratissime.